
Mercato Immobiliare: ripresa lenta ma costante, trainata da compravendite e affitti

La seconda analisi annuale dell'Osservatorio Nomisma sul mercato immobiliare conferma i segnali di una ripresa graduale, dopo il rallentamento registrato nel 2023. I dati, presentati il 10 luglio all'Auditorium Assolombarda di Milano, delineano un 2025 in fase di stabilizzazione, con una crescita contenuta ma continua.
«L'inversione di tendenza iniziata nel 2024 — con una ripresa delle compravendite rispetto al 2023 — prosegue, anche se a ritmi moderati», spiega Elena Molignoni, responsabile del settore Real Estate di Nomisma.
«La ripresa non è ancora robusta, a causa dei criteri di credito ancora restrittivi e del contesto geopolitico incerto che frena le banche.»
📈 Compravendite e mutui: timidi segnali positivi
Le compravendite con mutuo sono in aumento, ma restano lontane dai picchi del 2021, quando superavano il 50% del totale. Secondo Johnny Marzialetti, senior project manager di Nomisma, nei prossimi tre anni è difficile che si torni a quei livelli, vista la prudenza degli istituti di credito e il timore di un ritorno dell'inflazione.
Anche le rinegoziazioni dei mutui, cresciute nei mesi scorsi per effetto del calo dei tassi, potrebbero rallentare: la differenza tra tasso fisso e variabile si sta assottigliando.
«Siamo ancora su livelli di attività elevati — vicini a quelli pre-crisi del 2008 — ma basta poco per cambiare gli equilibri», avverte Marzialetti.
💰 Prezzi: aumenti nominali contenuti
I prezzi degli immobili seguono il trend delle compravendite: in lieve aumento, ma con variazioni moderate. Dopo un primo semestre positivo, le aspettative degli operatori puntano su una crescita contenuta attorno al +1,5% annuo, che potrebbe confermarsi fino al 2027. Si tratterebbe di una crescita inferiore all'inflazione, traducibile in un sostanziale equilibrio dei valori reali.
🏘️ Affitti: domanda alta, offerta carente
Sul fronte delle locazioni, la domanda continua a crescere, ma si scontra con una scarsa disponibilità di immobili e con canoni sempre più difficili da sostenere.
«I contratti di lungo periodo stanno diminuendo, mentre aumentano quelli transitori o agevolati (studenti, lavoratori a tempo), che consentono ai proprietari maggiore flessibilità», osserva Molignoni.
I canoni d'affitto continuano a salire, ma a ritmi più lenti. Il limite è la capacità di spesa della domanda: elevata, ma insufficiente a seguire l'aumento dei prezzi. Secondo gli intermediari immobiliari, una politica di contenimento dei canoni e rinnovamento dello stock abitativo potrebbe favorire una maggiore dinamicità del mercato.