Proprietari di case rurali: ecco quando hai diritto all’esenzione totale dell’IMU
La normativa sull'IMU per i fabbricati rurali è tra le più discusse e spesso fonte di dubbi per i proprietari. L'esenzione totale è prevista solo in presenza di requisiti precisi, stabiliti dall'art. 9 del D.L. 557/1993 e ribaditi dalla Corte di Cassazione nel 2025.Il primo elemento da verificare è la classificazione catastale:le abitazioni rurali devono essere accatastate in A/6 e utilizzate come prima casa dall'agricoltore, con residenza anagrafica nell'immobile e a condizione che non siano immobili di lusso (A/1, A/8, A/9);i fabbricati strumentali all'attività agricola (stalle, depositi, magazzini, laboratori) devono invece essere iscritti nella categoria D/10 per beneficiare dell'esenzione.L'agevolazione è di natura oggettiva: ciò significa che, se l'immobile è censito correttamente, anche i comproprietari non coltivatori possono usufruirne. Per i terreni agricoli, invece, l'esenzione si applica quando sono posseduti e condotti da coltivatori diretti o IAP, oppure se ubicati in zone montane.Attenzione però: restano escluse le abitazioni di lusso, gli immobili concessi in comodato d'uso (che godono solo di riduzioni parziali) e i fabbricati non accatastati correttamente. In caso di errori catastali, è necessario presentare domanda all'Agenzia delle Entrate per il riconoscimento della ruralità.La regola generale è chiara: senza iscrizione nelle categorie A/6 o D/10 non è possibile ottenere l'esenzione IMU. Per questo è fondamentale monitorare periodicamente la situazione catastale, soprattutto in caso di ristrutturazioni, successioni o cambi di destinazione.
L'IMU rurale resta quindi un tema complesso, che richiede attenzione costante e, spesso, il supporto di professionisti fiscali e tecnici catastali, per evitare errori e sfruttare al meglio le agevolazioni previste dalla legge.