Riduzione del canone di locazione: quando è possibile e come si registra
Nel corso di un contratto di locazione possono emergere nuove esigenze o difficoltà economiche. Ma è possibile ridurre il canone d'affitto? La risposta è sì, ma solo a determinate condizioni.
Ecco cosa c'è da sapere:
1. Serve l'accordo di entrambe le parti
La riduzione del canone non può essere imposta unilateralmente, né dal locatore né dal conduttore. Deve essere il frutto di una rinegoziazione volontaria, formalizzata per iscritto.
2. Quando si può chiedere la riduzione?
In caso di difficoltà economiche documentabili (perdita del lavoro, riduzione del reddito, chiusura di attività)
Se l'immobile presenta vizi emersi dopo la firma del contratto, nascosti o non visibili inizialmente: in questo caso il proprietario è tenuto ad accettare la riduzione
3. Il locatore può rifiutare?
Sì, se si tratta di semplice richiesta dell'inquilino per motivi economici. Se non si raggiunge un nuovo accordo, l'inquilino resta vincolato al contratto, salvo che non receda per giusta causa, con preavviso di 6 mesi.
4. Come si registra la riduzione del canone?
L'accordo va registrato all'Agenzia delle Entrate tramite il Modello RLI, anche online. È necessario allegare la scrittura privata firmata dalle parti.
Buone notizie: se la rinegoziazione è al ribasso, non si pagano imposta di registro né bollo.
5. Entro quanto tempo va comunicata?
Entro un anno dalla rinegoziazione. Dopo, sarà necessario recarsi agli uffici territoriali.
Perché è utile saperlo anche per chi lavora nel settore immobiliare?
Conoscere queste dinamiche permette di offrire soluzioni concrete e tempestive ai propri clienti, evitando contenziosi e mantenendo un clima di collaborazione tra proprietari e inquilini.